Più tardi si lessero sugli angoli della città, e si facevano anche circolare i seguenti tre proclami:
CITTADINI!
Milano, 22 marzo 1848.
L'armistizio offertoci dal nemico fu da noi rifiutato ad istanza del popolo che vuole combattere.
Combattiamo adunque coll'istesso coraggio che ci fece vincere in questi quattro giorni di lotta, e vinceremo ancora.
Cittadini! riceviamo di piede fermo quest'ultimo assalto dei nostri oppressori con quella tranquilla fiducia che nasce dalla certezza della vittoria.
Le campane a festa rispondano al fragor del cannone e delle bombe, e vegga il nemico che noi sappiamo lietamente combattere e lietamente morire.
La patria adotta come suoi figli gli orfani dei morti in battaglia, ed assicura ai feriti gratitudine e sussistenza.
Cittadini! questo annunzio vi viene fatto dai sottoscritti costituiti in Governo provvisorio, che reso necessario da circostanze imperiose e dal voto dei combattenti viene così proclamato.
Firmat. Casati, Presidente.
Vitaliano Borromeo.
Giuseppe Durini.
Pompeo Litta.
Gaetano Strigelli.
Cesare Giulini.
Antonio Beretta.
Marco Greppi.
Alessandro Porro.
CITTADINI!
Mercoledì, 22 marzo.
La caserma di S. Francesco, il palazzo del Comando Militare e la casa del Maresciallo Radetzky sono in poter nostro: è una nuova promessa della nostra vittoria. Sappiatelo per averne la sicurezza che il nostro nemico non può altro che abbandonare la nostra città. Tutto viene ad accrescere la nostra fiducia: ne abbia nuovo stimolo il nostro coraggio!
Viva l'ITALIA-Viva PIO NONO
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