CITTADINI!
Viene riferito che alcuni travestiti da Prete siano esciti dal castello. Se ne dà notizia perchè si vigili, e ad un tempo stesso perchè i nostri buoni sacerdoti ci rendono il servigio di dare pronti schiarimenti quando ne fossero richiesti.
La spada del maresciallo Radetzky, la spada di sessantacinque anni che fu tinta nel sangue de' nostri fratelli, è nelle nostre mani, nuovo pegno per ora della nostra vittoria, sarà balocco ai nostri fanciulli.
Sessanta Croati rifiniti dalla fame sono venuti ad implorare la nostra pietà. Eroi nella pugna, noi siamo e saremo generosi nella vittoria. Tutti i molti prigionieri che ci si sono arresi sono da noi trattati come vuole l'onore italiano.
VIVA L'ITALIA - VIVA PIO IX.
Dal Comitato Centrale di Guerra in Casa Taverna, 22 marzo 1848.
Diversi fatti meritevoli di menzione succedettero anche in questo giorno, come vado narrando:
S. Luca, Collegio Militare. Già da tre giorni si dava l'assalto a questo collegio de' cadetti, quando costretti per mancanza di viveri e di forze dovettero arrendersi. Il signor Severus, direttore dell'istituto, aveva ordinato al maestro Corsich di disporre i 140 alunni sì che sicuri potessero offendere coi fucili e col cannone la gente del popolo inerme che nel secondo giorno della rivoluzione usciva dalle sue abitazioni per provvedersi delle cose di prima necessità. A loro vengono aggiunti 300 cacciatori Tirolesi, e tutti uniti, animati dalle istigazioni del loro direttore, cercano di uccidere a più potere. I soli alunni italiani, che raccapricciavano a tale comando, sono minacciati di 25 colpi di bastone.
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