Era in tutti una vera gara nell'assicurarsi che il nostro piccolo pezzo fosse bene appuntato, nè il frequente mitragliarci che facea il nemico valea ad incutere il più piccolo spavento, chè anzi ad ogni colpo, che per fortuna andava fallito, anche i meno coraggiosi diventavano arditi, sfidando collo scherno il Tedesco che, e coi cannoni, e coi moschetti, tentava di farci ritirare dalla nostra strategica posizione».
«Intanto varj coraggiosi giovani eransi inoltrati per la porta dell'Orfanotrofio occupandone le ortaglie e le vicine case, mentre altro drappello si dirigeva verso il lato opposto, ed un terzo verso il Borgo della Fontana».
«I primi tiri dei nostri spingardi non furono infruttuosi; l'artiglieria nemica che stava appuntata al Dazio cominciò a ritirarsi verso i bastioni, ed i soldati verso i luoghi da loro barricati(49); veduto che l'effetto corrispondeva almeno in parte ai nostri desiderj, vennero trasportati i due pezzi più grossi di fianco a casa Besozzi, appuntandone uno per lato, mentre io manteneva la mia posizione coi pezzi più piccoli, ajutato da diverse carabine appostate dietro il muro della casa, appositamente traforato. Fu allora che mi accorsi che la munizione andava scemando, e che lungo sarebbe stato il combattere: spedii quindi due giovinotti con un biglietto a mio padre perchè consegnasse subito loro una provvigione di polvere che mi trovava avere, consistente in once 33 circa. Intanto si continuava il fuoco rispondendo vigorosamente al nemico, il che contribuì non poco ad assicurarlo come eravamo disposti a combattere con tutti i mezzi possibili, ed a sfidarne intrepidi la rabbia.
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