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      Abbiamo vinto: abbiamo costretto il nemico a fuggire, sgomentato del nostro valore e della sua viltà. Ma disperso per le nostre campagne, vagante come frotta di belve, raccozzato in bande di saccomanni, ci tiene ancora in tutti gli orrori della guerra senza darcene le emozioni sublimi. Così ci fan essi comprendere che l'armi da noi brandite a difesa non le dobbiamo, non le possiamo deporre se non quando il nemico sarà cacciato oltre l'Alpi. L'abbiamo giurato; lo giurò con noi il generoso Principe che volle all'impresa comune associati i suoi prodi: lo giurò tutta Italia, e sarà!
      Orsù dunque, all'armi, all'armi, per assicurarci i frutti della nostra gloriosa rivoluzione, per combattere l'ultima battaglia dell'Indipendenza e dell'Unione Italiana.
      Un esercito mobile sarà prontamente organizzato.
      Teodoro Lecchi è nominato Generale in capo di tutte le forze militari del Governo Provvisorio. Soldato d'alto nome dell'antico esercito italiano, congiungerà le gloriose tradizioni dell'epoca militare napoleonica ai nuovi fasti che si preparano all'armi italiane nella gran lotta della libertà.
      Combattenti delle barricate! il primo posto è per voi. Voi l'avete meritato. La disciplina che porrà regola ma non misura al vostro coraggio, vi farà operare in campo aperto miracoli non minori di quelli per cui già siete divenuti maraviglia e vanto a tutta la nazione.
      Ufficiali e soldati, che avete militato negli eserciti del maggior Guerriero del mondo, anch'esso italiano, accorrete a combattere sotto le bandiere della libertà: mostrate d'essere ringiovaniti nella nuova gioventù della patria vostra.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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