- D. Pietro Mauri, di cui abbiamo già fatto cenno alla pag. 124, ed ora aggiungeremo che fu veduto sul tetto della chiesa di S. Tommaso colla croce e colle tegole, gridando ed eccitando i cittadini alla difesa ed all'offesa; precedere impavido il trasporto de' morti; e per ultimo andare di guardia ambulante col marchese Pallavicini e l'avvocato Turati dal castello all'Arco del Sempione la sera del 23. - Il Prevosto di Missaglia, signor de Gaspari, che fino dal primo giorno dell'insurrezione milanese arringò la popolazione incitandola ad armarsi e ad accorrere in nostro ajuto. - L'abate Malvezzi (conosciuto pe' suoi lavori letterarj ed artistici) che molto si adoperò nel suo ministero, somministrando gli estremi conforti ai feriti, accompagnando i feriti ed i morti all'ospedale e sorvegliando alla formazione ed alla custodia delle barricate. (V. quanto di lui si scrive ne' Racconti di 200 e più testimonj oculari).
La Gazzetta di Milano ci ricorda degni di memoria e di cittadina riconoscenza gli ingegneri Silvestri, Zambelli e Villa; gli aggiunti Locatelli e Pensa; il capo-macchinista Giovanni Miani, ed i macchinisti Kling, Thyss, Callin, Vergottini, Tohnson, Faenza e Giuseppe Miani; tutti i conduttori della strada ferrata Lombardo-Veneta, i quali, scoppiata appena la Rivoluzione Milanese, inalberarono fin dal primo giorno ad esito incertissimo il colorito vessillo della libertà, animando in tal modo i campagnuoli ad armarsi per Milano, indi percorrendo giorno e notte la linea della strada ferrata da Treviglio sino alla cascina Ortiglia e viceversa, condussero gratuitamente nei cinque giorni successivi più di 30,000 foresi in sussidio della Lombarda Capitale.
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