Tutto misero in opera quelle infelici onde impetrare la vita, non risparmiando persino le carezze, ma i crudeli non volevano arrendersi, e continuavano colle minacce di morte, dicendo: venga ora Pio IX a liberarvi; dov'è Pio IX, e volendo ad ogni costo estirpare il figlio dal seno della Villa, già s'erano apparecchiati a infilzarlo sulle bajonette per rappresentare con esso il ritratto di Pio IX. Figurisi ognuno le angoscie ed i timori della madre, la quale tenendoselo stretto al seno, tanto resistette e tanto pregò, in un colle compagne, che finalmente s'arresero. Ciò fatto chiesero la sicurezza della vita, ed essi risposero che solo in Castello potevano essere sicure; ed intanto che gli altri mettevano a soqquadro la casa, dove erano anche due Ungaresi in un filatojo di seta, alcuni scortavano, circa alle ore 2 pomeridiane, le misere a quella volta, i quali incontratisi per la via con alcuni loro compagni, sogghignavano tra loro alla vista della fatta preda. Giunti alla porta del Castello verso il Sempione, venne lor proibito d'entrare da un poliziotto che eravi di guardia, così che per ben due ore dovettero rimanersi colà spaventate dai tanti orrori che allo sguardo loro dovunque lo rivolgessero si presentavano; quand'ecco alle ore 4 circa esce una carrozza; era Radetzky preceduto da un grosso corpo di Raisingher, e soffermatosi un momento il legno, la Villa fattosi coraggio si presentò alla portiera chiedendo carità. Ed egli non sapendo cosa volesse, distrattamente trasse il borsellino per offrirle una moneta, e la Villa disse, non carità di denaro chiedo, ma sibbene carità per questo mio innocente bambino: a queste parole rivoltò altrove lo sguardo, si mossero i cavalli, ed egli rimise la borsa nella scarsella e partì senza proferire parola.
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