Privi d'ogni più meschino giaciglio posavano sul nudo terreno, e lasciati senza cibo a stento poterono per mezzo di danaro dividere il tozzo di pane nero colle sentinelle che li guardavano. - Di questi prigionieri quelli che non furono sacrificati ebbero a soffrire le più acerbe torture, e minacciati di morte vennero essi tolti dalle carceri, legati a due a due e condotti in giro pel Castello al suono del tamburo velato a lutto fra lo spettacolo dei cadaveri che d'ogni dove l'ingombravano, indi fatti inginocchiare ed appuntati i fucili al loro petto fu sospeso il comando di far fuoco allora soltanto che tutto ebbero assaporato lo spasimo di una lenta agonia. Questa scena fu ripetuta più volte finchè il nemico fu padrone del Castello, e quando sgombrò la città sedici di questi infelici furono da lui condotti in ostaggio legati innanzi le bocche dei cannoni con miccia accesa(54).
«Un Croato ferito fu recato all'Ospedale; in un piccolo involto che teneva presso di sè, gelosamente guardato, si trovarono (orribile tesoro) due gentili mani di donna coperte le dita di preziosi anelli.»
Nella casa a Porta Vercellina del negoziante e fabbricator di stoffe signor Fortis, un'orda di Croati invasero ogni piano, ogni camera, e non bastantemente paghi di aver uccisi molti inquilini e rapite grosse somme di danaro, devastarono i magazzini, fracassarono i telai, lacerarono ed insozzarono le stoffe, e misero ogni cosa a soqquadro e rovina. Un ben dettagliato quadro di questo eccesso di barbarie lo togliamo dal giornale il Lombardo del 28 Marzo, ove colle seguenti parole è espresso:
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Castello Castello Croato Ospedale Porta Vercellina Fortis Croati Lombardo Marzo
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