Sospirato e in Ciel maturo,
Quello sdegno ardente e puroCustodito in ogni cor;
La baldanza spensierataDel coraggio nel periglio,
La sapienza nel consiglio,
La possanza nell'amor.
Tutto, tutto fu tuo dono:
A fanciulli trepidantiProdigasti dei giganti
L'ardimento ed il vigor.
Il superbo condottiereForte d'armi e siti e squadre
Truculenti, sozze e ladreVaneggiò nel suo furor.
Sterminarci avea giurato:
Dalle ignite instanti roccheFulminavan mille bocche
Sullo stretto abitator.
Per le piazze, per le vieTuonan rei bronzi omicidi,
Cui risponde in lieti gridiDai serragli il difensor
Lungo il vallo una masnadaImbriaca, e d'ira pazza.
Tetti e colti arde, e gavazzaTra i singulti di chi mor.
Nella notte il ciel divampaD'alte fiamme scellerate,
Crollan, piombano sfasciateCase e torri ad or ad or.
Ma tra i gridi e le ruine,
Tra il rimbombo de' tormenti,
Un rintocco assiduo sentiPio, solenne, animator.
A quel suon, quasi a banchettoSulle barbare coorti,
Irrompeano i pochi forti,
E tu, Iddio, fosti con lor.
Il tuo soffio li trasportaEsultanti alla battaglia,
Il tuo soffio apre e sbaragliaIl barbarico furor.
Mille e mille armati e istrutti,
Qual minuta arena al vento,
Van dispersi in un momento;
Tutto è fuga, ansia e terror.
E tu pur fremente, a questeMura audaci il tergo hai volto,
Condottier superbo e stolto,
Invilito nel dolor.
Fuggi: e come avrai dell'Alpi
Guadagnata alfin l'altura,
Volgi un guardo alla pianuraChe hai coperta di squallor.
Sarà l'ultimo che mandaDalla sacra aerea cresta
Sull'Italia che si destaLo straniero usurpator.
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Ciel Iddio Alpi Italia
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