Ma tutto si distrusse col proclama imperiale del giorno 17, col pubblicare articoli offensivi al carattere e situazione del paese, col sistema delle deportazioni. E perchè esacerbare una piaga che doveva essere medicata? Eccellenza, la congregazione comunale si rivolge alla conosciuta probità che la distingue, perchè voglia farsi organo dei giusti lamenti di una cittadinanza che fu sempre obbediente, sottomessa all'autorità, nè si eresse giammai a contrapporre la minima resistenza.
Qualunque dimostrazione possa essere stata messa in campo, lo fu ad esprimere voti di migliorata situazione, della quale veniva data al pubblico solenne fondata speranza. Sia tutelata adunque la pubblica e privata sicurezza, nè gli individui abbiano a temere di vedersi rapiti alle loro famiglie per essere deportati in lontane ed estranee regioni senza conoscerne il perchè. I padri, le madri, le mogli, i figli non abbiano ad ogni romore che rompe il silenzio della notte, ad immaginarsi gli agenti di polizia invadere il santo asilo di famiglia onesta, sturbata la domestica pace, vedersi rapire gli oggetti più cari al loro cuore, ad onta che nessuna taccia di colpa venga loro rinfacciata. L'Eccellenza Vostra può ben comprendere che non sono tali atti che ponno rannodar fra loro in iscambievole amicizia i popoli che obbediscono ad un medesimo scettro, nè questi con coloro che esercitano in nome di principe clementissimo un'autorità che ci limiteremo a chiamare rigorosa.
Confida novellamente la Congregazione della R. Città di Milano che non abbia ad esser vana questa rispettosa rimostranza, e che l'E. V. saprà appoggiarla con tutta l'energia di un degno magistrato che fu sempre difensore della giustizia, protettore dell'innocenza, propugnatore dell'equità.
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Eccellenza Vostra Congregazione Città Milano
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