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      Si dovevano fucilare tutti i prigionieri, non esclusi Casati e duca Litta, che si dicano pure del numero. La Legge marziale è già stata spedita jeri a Milano per mezzo di un uffiziale con due bersaglieri Brodiani; ed oggi alle due può già essere pubblicata e messa in attività. Questo è l'unico mezzo. Bisogna dire che i Milanesi debbono attribuire tutto ciò a sè medesimi, giacchè F. M. ha avuto bastantemente pazienza. Ne fosse almeno rimasto morto un bel numero, che ciò infonderà loro un poco di rispetto per la truppa. I soldati avranno mostrato poca moderazione nell'assalto: va benissimo. Casati è pure un vero baron fottuto(64). La posta non arrivò nè jeri nè oggi da Milano, nè si vide alcun corriere. In Venezia tutto tornò tranquillo; qui si grida assai, e Gerhardi temeva qualche cosa in causa degli avvenimenti di Milano, essendosi qui sparsa la nuova essere F. M. con tutta la guarnigione prigioniero nel castello, ed i Milanesi vincitori; ma sono già le due ore, e sembra che non voglia accadere nulla. F. M. ha scritto perchè si spedisca a Milano sotto buona scorta la munizione consumata(65) in cannoni ed obizzi per il rispettivo completamento. Almeno conoscono i Milanesi a quest'ora la musica dei cannoni da 12. Il general Woyna e Prelot erano ancora nel palazzo di Corte; avranno sofferto un bel spavento. Il battaglione di granatieri italiani deve aver commesso degli eccessi in Brescia; non deve avere nessuna disciplina.
      Quelli del reggimento Haugwitz dicesi vadano sempre abbracciati cogli abitanti, e fraternizzano con essi, cosicchè non si possa aspettar nulla da quel reggimento.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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