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      Lo dimostrò massimamente con le opere sue, nelle quali alla propria dottrina fa sempre puntello delle dottrine e pagane e cristiane di tutti i secoli da’ più luminosi a’ più bui, le più buie sentenze illustrando con nuova luce d’ingegno e ammodernandole, le più luminose mostrando in nuovi aspetti e così rinnovando. Di quella erudizione filosofica ricca insieme ed eletta, sicura e recondita, altri gli fece colpa, come se volesse trarre dalla sua l’antichità tutta quanta, e non ne fosse diritto erede, e del grande retaggio signore: ma quando in tale o tal passo egli si fosse troppo assottigliato per vederci il germe delle proprie opinioni, tanti altri ne restano di conformità indubitabile: e ad ogni modo, cotesto studio del mettersi quasi all’ombra dell’autorità, egli che tanti titoli aveva per farne senza e tentazioni di non la curare, è raro esempio di modestia filosofica e d’umile devozione al passato, esempio di riverenza alle glorie scadute, di gratitudine a’ meriti dimenticati. Cospicuo massime a questi tempi che le lodi debite a vecchi o a coetanei della cui ricchezza rubacchiata e sperperata campiamo, sono da tanti profanate e invidiate con plagio rapace o con ladro silenzio.
     
     
     
      XIV.
     
      Racconta egli stesso come fino da giovane pellegrinasse per il mondo della scienza, e sognasse nuove regioni non ancora intentate; di che io posso attestare la verità, se a chi lo conobbe facesse di bisogno testimonianza: e sin d’allora disegnava il sapere umano in grandi alberi diramantisi con ordine bello d’unica vita, e si addestrava a comporre quelle tavole maravigliose nelle quali le idee madri si veggono via via generare altre idee, e propagarsi giù giù la feconda famiglia, distintane la legittima discendenza e cognazione e affinità; onde l’astratto rendesi quasi palpabile, e le sottili gradazioni del vero s’incolorano d’intellettuale bellezza.


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Antonio Rosmini
di Niccolò Tommaseo
pagine 147