Il Rosmini a combattere il Gioia prese le armi sue stesse, il fare reciso e arguto, le citazioni frizzanti, facendo prova di rara pieghevolezza d’ingegno, ma con quelle leggere forme velando concetti gravi e sensi severi. Se ne adontò il vecchio non uso a tali obbiezioni, e rispose non assai civilmente per vero, dandogli dell’ostrogoto, perchè nemico alla moda; e il Rosmini rispose acremente, e prese a notare altri principî del Gioia ch’egli vedeva tanto più pericolosi quanto più que’ libri avevano facile spaccio. Ma sebbene, approvati com’erano dalla censura la quale non li poteva punire senza riprovare se stessa, e’ non dovessero portare all’autore pericolo, combattuti a quel modo; pur nondimeno era da desiderare che il giovane prete non gl’imputasse addirittura tutte le conseguenze erronee che ne potevano derivare, ma si contentasse di far manifesta la falsità della massima risparmiando le intenzioni segrete dell’autore, che non sempre son ree quanto pare nè anco negli uomini più sviati.
Poi si volse, ripeto, il Rosmini contro le dottrine di Gian Domenico Romagnosi, uomo di povertà dignitosa, di mente acuta e in certe deduzioni ordinata; ma come possa parere profonda, questa m’è parsa sempre la maggior profondità delle opere sue; nelle quali il linguaggio è ricercatamente barbaro; e lo fanno oscuro le circonlocuzioni che involgono cose chiarissime e note. E così ne’ colloqui la bontà si vedeva, ma con qualche affettazione di cattedratica gravità, che nel Gioia non era punto.
| |
Rosmini Gioia Rosmini Gioia Rosmini Gian Domenico Romagnosi Gioia
|