ostino e il Petrarca. E anche questo aveva a essere nome antico in famiglia; giacchè nel Veneto segnatamente, o per le comunicazioni più continuate coll’Oriente o per la stessa antichità della stirpe e per la natura del patriziato tenace nelle tradizioni, i nomi e le memorie della vecchia legge si sono più osservate; onde Venezia edificò chiese non solo agli angeli Michele e Raffaello, ma a Zaccaria, a Daniele, ad Isaia, a Geremia, a Samuele, a Giobbe, a Mosè.
XLV.
Soleva il Rosmini giovane ripetere l’affettuoso prego d’Ippolito Pindemonte: che la tomba dell’un l’altro non vegga. E a me era serbato vedere la sua. L’augurio che giovane egli faceva, che un lembo d’Italia ci chiudesse ambedue, in altro luogo da quel ch’egli segnava dovrà forse avverarsi. E adesso io ritorno agli auguri che di lui, sacerdote novello, facevo, e mi commove di consolazione mestissima il vederli tanto soprabbondantemente avverati(13): «Sunt nempe quidam a natura ita facti ut necessario nescio quo impetu, tanquam ignis in altum, ad virtutis gloriae cupiditatem rapiantur. Vis animi magnitudo vit acque splendor et constantia, et in negotiis capessendis alacritas, in persequendis prudentia, in perficiundis decor quidam atque majestas ita familiares atque insitae sunt, ut non alta atque ardua cogitare, sed humilia et abiecta, unum hoc difficile illis ac paene incredibile videatur . . . . . . . Virtutes vero tuae tales sunt ac tantae ut non ad brevem hominum famam sed ad memoriam saeculorum sempiternam natum te esse arbitrere . . . . . . Triplex tibi officiorum ordo ob oculos ponitur: Religio defendenda atque ornanda, philosaphia excolenda, juvenum ingenia hortatu, amore, quaque es, gratia incitanda.
| |
Petrarca Veneto Oriente Venezia Michele Raffaello Zaccaria Daniele Isaia Geremia Samuele Giobbe Mosè Rosmini Ippolito Pindemonte Italia Religio
|