CAPITOLI XXX-XL - L’apostolato religioso e civile
CAPITOLI XLI-XLVI - La malattia, la morte, apoteosi del Rosmini
INDICE DEI NOMI
NOTE
(1) Questi versi, nel 1819 scritti e stampati nel venti, documento dell’ingegno e dell’animo, non mi s’imputi a vanità riferirli, giacchè le lodi qui date a me, non son che speranze, e le speranze consigli, i quali suonano rimprovero a chi non le ha sapute avverare.
(2) Lo dice in questi versi stampati nel 1818 al suo condiscepolo abate De Apollonia di Romans nel Friuli:
De’ cari genitori e colti amiciFra le soavi, aperte, allegre braccia
La pura a respirare aura natia;
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vissi tranquilli dì, vissi a me stesso,
Alla natura io vissi; essa medesimaColle candide man cibi, conditi
Di campestre appetito (o dolci cibi!),
E salubri bevande mi porgea.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Quanti aspetti ella prende, e come cangiaSemplicemente vaga e forme e modi,
In sì superba e ricca gloria, umile!
S’io mi rivolgo della mia casettaDalla parte ove pria l’allegra aurora
Sparge le rose, e seco suol di spessoCondurmi il coro delle amiche Muse;
Il dorso ignudo del Volanio monte,
Che sol picciola selva nutre ai piede,
D’una bella orridezza il guardo appaga.
E corre a mezzodì di colli ameniCon perpetua catena. . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .e boschi antichi,
Ed or squarciati e rosseggianti fianchi,
Nude pendici inospite e selvagge,
E di sonanti acque cascate, ed erti,
Ch’attorcigliano i monti, aspri sentieri,
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Rosmini De Apollonia Romans Friuli Muse Volanio
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