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      Che te ne’ giuochi e te ne’ studi indarnoCerca or dolce ora grave, amabil sempre;
      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      A te l’arguto suon da questa vallePorti sull’ali sue vento cortese,
      Chè al bisbigliar degl’inusati accentiForse l’orecchio v’apporrai gentile;
      O sia che al patrio focolar te troviDel vecchio genitore a udire intento
      I perigli, onde rende esperta e cautaLa famigliuola, che, raccolta intorno
      Di lui narrante, con socchiusa bocca,
      Pende dal labro; o ch’e’ ti trovi all’ombraDel tuo boschetto, ragionando teco
      Alcun d’Atene o Roma antico Saggio,
      O che in silenzio audaci voli imprendi.
      Quivi mi par vederli or sotto un faggioDella natura modular gli amori,
      Onde la terra e l’acqua e l’aere e ’l focoGeneran sempre, di fecondo seme
      Unquanco scarsi, e con mirabil giroA nuovi figli fragil vita dànno,
      Struggendo i vecchi testè nati; ed oraDell’alta selva in un recesso opaco,
      Sacro, soave, meditar profondoDell’universo il gran poema, in cui
      L’armonie delle sfere esprimi e canti.
      Ai grand’ingegni grand’imprese: or poiQuel fra’ mortai di vero a me par grande,
      Che grande è in picciol’ cure, e non tra gli astriMai sempre affisso, il guardo unqua chinando
      Alla terra ed a sè, nè mai rimembraChe carne il veste, e non è al mondo ei solo;
      C’ha i genitori od i fratelli o i figli.
      Tu sai ben d’esser uom; tu non trascuriDella virtù, che in faccenduole abbiette
      Grande, sovente di velarsi è vaga,
      Minimo ufficio; e il pueril trastulloCol lieve riso serba alacre e pronto
      ad opere canute.
      (6) MANZONI.


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Antonio Rosmini
di Niccolò Tommaseo
pagine 147

   





Atene Roma Saggio