AI LETTORI
Tutti i popoli civili riconoscono oramai che la storia conservataci dal popolo d’Israello confermata dalle tradizioni e dai monumenti degli altri popoli, dalle indagini e dai computi della scienza; ch’essa è commentata dalla natura ne’ movimenti de’ cieli e nella giacitura delle terre, interpretata dalle lingue, illustrata da opere immortali d’erudizione e d’eloquenza; parlante siccome ne’ massi delle montagne, così ne’ fastigi e nelle rovine di edifizii giganti, siccome nelle poesie e nelle musiche delle nazioni, così nelle tele e ne’ bronzi e ne’ marmi; che, quand’anco la non si tenesse per fede, bisognerebbe studiarla acciocchè tutto il passato non rimanesse coperto di tenebre; che le rimembranze delle altre storie intanto appariscono verisimili, in quanto s’accordano a questa; che nulla esse presentano che sia più grande e di più generale importanza.
Se di queste memorie gli uomini e i popoli che da diciannove secoli più onorano l’umanità, fecero il primo loro alimento e l’ispirazione suprema; e se ancora non è dimostrato che debbansi a queste memorie imputare i falli e i vizi e le calamità che li afflissero; ciò basterebbe per farci andare a rilento nel rigettare dall’educazione de’ nostri figliuoli questa che fu tanta parte dell’educazione de’ nostri antenati e se altri opponesse, nella storia sacra esserci fatti da non si narrare per minuto all’età giovanile; io, concedendolo, domanderei se le favole pagane, in favor delle quali oggidì si combatte anco da certi preti acremente, sian cosa più innocente e più alta; domanderei se le storie degli Atridi e di Edipo, se la maternità di Rea Silvia e il ratto delle Sabine e la cagion della morte di Lucrezia sian cose narrabili nelle scuole per filo e per segno; e se, venendo a storie più avverate, le guerre di Sparta in Messenia, di Roma nel Sannio, le turpitudini imperiali d’oriente e d’occidente, gli odii fraterni delle italiane città, le crudeltà e le immondizie delle corti, e i balocchi e gli scherni della bilancia europea, siano esempi magnifici, memorandi.
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