Che nella storia sacra trascelgansi le narrazioni accomodate all’età, e alle condizioni di ciascun paese, anzi di ciascun’anima umana, potendo; la religione e il senso comune li insegnano; e gua’ se le buone consuetudini dovessero essere diffamate dalla malizia o goffaggine di chi ne abusa. Ma escludere dalle scuole la conoscenza delle origini e la meditazione dei fini supremi del genere umano, è un perpetuare, un rendere quasi legale la guerra tra la credenza e la scienza e la vita; un infermare le facoltà dello spirito, e quindi fiaccare la forza intima delle nazioni, le quali, chiamate ne’ dì del cimento, opporranno ai governanti mal cauti, se non odio, inerzia e disprezzo.
Lascio che quella storia in modo unico comprendendo nella semplicità della narrazione le bellezze dell’epopea e del dramma e dell’inno, soddisfacendo all’istinto invitto del meraviglioso e alla curiosità delle intelligenze più semplici esercitando e la meditazione del pensatore e la contemplazione del pio, e l’osservazione dell’esperto che interroga i segreti dell’anima umana, può svolgere fecondamente nei giovani e l’idea e l’immaginazione e l’affetto, può offrire alle arti e della parola e del bello sensibile soggetti vergini tuttavia, e nella loro antichità perpetuamente innovabili col variare de’ tempi. Ma dico che esempi di virtù schietta insieme e generosa, di quel coraggio ch’è confermato da tutte le affezioni umane e sovrumane insieme cospiranti, di quella speranza longanime ch’è madre delle opere grandi, e che corre di secolo in secolo quasi di minuto in minuto della medesima vita, nessun libro conosciuto sin qui ne presenta tanti di tali esempi, nè maggiormente imitabili agli uomini tutti in qualunque condizione si trovino collocati.
| |
|