Benedica Iddio le sue tende e i suoi passi» Ad Abramo non mancarono però nè bei prati, nè boschi belli, nè belle colline, nè acque limpide, nè soli sereni, nè ogni bene di Dio. E quand’anco, per contentare i parenti o gli amici, o anche i nemici, avessimo a perdere, o a patire; non ci sgomentiamo però: ci rimane un gran tesoro, la pace. Se ciascuno di noi pretendesse sempre, per minuto, e da tutti, tutto quello che gli spetta; il mondo sarebbe una lite, una baruffa continua.
LA VITTORIA PURA
Abramo conservava nel cuore l’affetto del nipote lontano; perchè la lontananza può accrescer valore ai degni affetti nelle anime degne. Come veramente amasse Abramo il suo nipote, lo fece vedere nel dì del pericolo. Quattro piccoli signori di quattro paesi vicini mossero guerra a cinque altri piccoli signori; e tra questi era il re della città dove Lot dimorava. Ma re, di que’ tempi e in que’ luoghi, vuol dire il capo del popolo; e cotesto capo non poteva e non voleva far cosa senza il consenso del popolo stesso; e vivevano senza sfarzo alla buona. Quattro signori combattevano dunque contro i cinque; e li messero in fuga. Molti morirono; altri scapparono alla montagna: e la città dove Lot viveva con la sua famiglia, fu presa, e come accade nella guerra, rubate le robe di chi non aveva ai vincitori fatto male veruno; e preso anche Lot con la sua famiglia, e portato via tra’ nemici. Abramo stava allora nella valle di Mambre; e Mambre co’ due suoi fratelli erano buoni amici d’Abramo. Questi non sapeva del caso; quando si vide venire un uomo fuggito dalla battaglia, e spaurito tuttavia, che gli dice Lot essere preso.
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