VIII
Venne gran fame in Egitto, e in molti paesi vicini e lontani. E perchè il regno d’Egitto, per il senno di Giuseppe ispirato da Dio, era provvisto di biade, messe in serbo negli anni buoni; da molte parti correvano in Egitto per comprar pane, e alleggerire il peso della lunghissima carestia. Giacobbe, l’afflitto padre di Giuseppe, sentendo che in Egitto vendevasi del grano, disse a’ suoi figliuoli: «Che state a badare? Sento che in Egitto c’è grano: or andate a prendere il bisognevole, che non si perisca». Andarono dunque dieci fratelli di Giuseppe a comprare del grano in Egitto; ma Giacobbe ritenne Beniamino a casa, dicendo a’ fratelli di lui: «Non forse gli incolga sventura per via». Le quali parole, dette dal padre, addolorato, parevano viva riprensione di quel che avevano fatto contro Giuseppe: e le parole dette senza intenzione di rimprovero, sono talvolta rimproveri più cocenti.
Andarono dunque in Egitto con altri della terra di Canaan, che correvano a comprare grano. Giuseppe ho detto che aveva il governo del paese; e al suo cenno vendevasi il grano alla gente. Or avvenne ch’egli vedesse i suoi fratelli venire; e li riconobbe subito, e gli si turbò l’animo, e si commosse tutto. Pur fece le viste di parlare a strani, e domandò alquanto alteramente: «Di dove venite?». Risposero: «Dalla terra di Canaan, per comprarci da vivere». Esso riconosceva i fratelli, ma non essi lui. E, ricordandosi dei presentimenti della sua giovanezza e del molto ch’egli aveva patito, volle non già tormentarli a vendetta, ma conoscere il cuore loro.
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