- E noi a lui: - Non possiamo. Se il fratello nostro più giovane viene con noi, ci si andrà tutti; ma senza di lui, inutile. - A questo il nostro vecchio padre rispose: - Voi sapete che dalla mia ultima moglie ho avuto due figliuoli. L’uno uscì alla campagna e voi mi diceste: - Una bestia selvaggia l’ha divorato: - e non ne so più novella. Se mi togliete anche questo, e se disgrazia gli accade per via, voi trarrete la vecchiaia mia sconsolata al sepolcro. - Dunque, s’io torno al padre mio e servo vostro, o signore, e che entro in casa, e egli non vede con noi il giovanetto (vedete che la vita del povero vecchio dipende dalla vita di questo), muore di dolore. E i servi vostri avranno messa innanzi tempo sotterra la canizie del padre loro. Deh vogliate ch’io solo rimanga e sia servo vostro, che sulla mia fede lo presi a condurre, e dissi: - Se non lo riconduco, io sarò reo di colpa inescusabile nel cospetto del padre mio. - Rimarrò io dunque invece del giovanetto. Fate che possa il giovanetto tornarsene co’ fratelli: perchè non posso presentarmi a mio padre senza di lui; non potrei essere testimone del dolore che abbatterebbe il povero padre mio».
XVII
Non si poteva Giuseppe più tenere, e fece in fretta uscir fuori i molti signori Egiziani, lì presenti, acciocchè nessuno stranio vedesse il fraterno riconoscimento. Quando furon soli, levò con singhiozzi la voce, tanto che quelli di fuori l’intesero, e disse a’ suoi fratelli: «Io sono Giuseppe. È egli vivo il padre mio?». Gliel’avevan pur detto ch’egli era vivo; ma prima Giuseppe aveva domandato di lui come un estraneo, adesso domanda come figliuolo; come Giuseppe, domanda del suo padre.
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