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      Un giorno vengono di fretta al palazzo e annunziano a Giuseppe che il padre era malato grave. Giuseppe prese seco i due suoi figliuoli, Efraimo e Manasse, che ricevessero la benedizione del santo vecchio, e udissero le ultime sue parole. Perchè le parole delle persone amate e venerate sono la più preziosa eredità delle anime nostre. Quando videro que’ di casa Giuseppe di lontano venire, e’ dissero al vecchio Giacobbe: «Ecco, viene il vostro figliolo Giuseppe». Il vecchio si confortò; e lo messero a sedere sul suo letticciuolo. Entrato che fu Giuseppe da lui il padre lo riconobbe alla voce, perchè gli occhi suoi erano illanguiditi dalla grande vecchiaia. Ma, vedendo come due ombre i due giovanetti, disse al figliuolo: «E questi?». Rispose: «Sono i miei figliuoli che Dio mi ha dato in questo paese». Disse il vecchio: «Accostali, Giuseppe, a me: ch’io li benedica». Quando gli furono accanto ambedue dall’una sponda del letto, li baciò e abbracciò, e disse al figliuolo:
      «Iddio m’ha dato di rivederti in questa vita e anche m’ha dato di vedere i figliuoli del mio Giuseppe». Poi ch’e’ li ebbe abbracciati, Giuseppe li tolse soavemente dal seno del padre, e, tutto commosso nell’anima, s’inginocchiò a piè del letto, e s’inchinò al padre suo, il quale stese la mano tentoni, e trovò il capo del suo Giuseppe chinato sul letto. Allora Giuseppe prese Efraimo e lo pose alla sua diritta, cioè alla sinistra di Giacobbe; e pose Manasse alla sua sinistra, cioè alla destra del padre, e li accostò, che potesse il vecchio arrivarli ambedue con la mano.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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