Pagina (42/258)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Andarono con Giuseppe grandi d’Egitto in buon numero, e i fratelli di lui, senza i figliuoli e le mogli, che rimanevano in terra di Gessen. Andavano col corteo carri e cavalieri; e se ne fece moltitudine grande. Quali erano allora i pensieri di Giuseppe in ripassare que’ luoghi che tanti anni fa aveva visti servo venduto, in mezzo a gente nuova, e senza speranza di riabbracciare suo padre e dargli novelle di sè? Nel rifare la medesima via, riconosceva le alture e le valli e le acque vive; e rammentava le fermate, i disagi, e l’aspetto delle nubi nere, della notte profonda nel luogo solitario; rammentava le parole amiche e le cure di que’ mercanti, men crudi de’ suoi fratelli, rammentava le preghiere innalzate dal suo cuore a Dio, e i conforti segreti che Dio gl’ispirava. Passarono il fiume Giordano: e, giunti al podere di contro a Mambre, seppellirono con pianto nella grotta doppia la spoglia del vecchio venerato. E, fatto ciò, ritornarono, in Egitto Giuseppe e i fratelli, e tutta la compagnia di cocchi e cavalieri. La morte del padre destò nei fratelli di Giuseppe il timore; e dicevano tra sé: «Forse che, ricordandosi del male che gli è stato fatto, adesso e’ si pensi di rendercene». E non osavano significare questo sospetto, per tema di risvegliare i rancori sopiti, o d’offenderlo diffidando. Ma, risoluti alla fine di non rimanersene in continua angoscia per sè e pe’ cari loro; non sapendo come parlargliene essi, mandarono persona fidata dicendo: «Vostro padre» (non dicono nostro padre, perchè sentono di non essere stati fratelli veri, e perchè credono poter meglio commuovere il cuore di Giuseppe con questa parola) «Vostro padre, innanzi di morire, c’impose di dirvi a nome suo queste cose: - Io ti prego di mettere in dimenticanza il peccato de’ tuoi fratelli, e il male che fecero a te -. E noi vi preghiamo, o Giuseppe, che a’ vostri fratelli, servi del Dio del padre vostro, voi perdonate». Al sentire questa imbasciata, che lo pregavano nel nome del padre suo, nel nome di quel Dio al quale serviva e Giacobbe ed egli e i fratelli suoi, lo pregavano a voler essere generoso, s’intenerì l’uomo e pianse.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





Giuseppe Egitto Gessen Giuseppe Dio Dio Giordano Mambre Egitto Giuseppe Giuseppe Giuseppe Giuseppe Dio Dio Giacobbe