E ragionando entrarono nella tenda, e Mosè narrò al suocero le grandi cose operate dal Signore a pro d’Israello, e tutte le incomodità della via: le narrò senza vanto, a Dio dando merito d’ogni cosa, e parlando il meno che poteva di sè. Ietro si rallegrò che Israello fosse così mirabilmente libero dalla mano de’ tristi re. E disse: «Benedetto il Signore che v’ha liberati. Iddio solo è grande. Vollero superbamente portarsi contro esso, che è solo grande: provocarono in sè la pena». Offerse Ietro sacrifizii al Signore, lui riconoscendo Dio unico. E vennero Aronne e tutti gli anziani d’Israello, e mangiarono in sua compagnia con tranquilla allegrezza religiosa.
Il dì seguente, Mosè sedette a giudicare le differenze’ del popolo; e i figli d’Israello stavano lì aspettando ciascun la sua volta da mane a sera. Giudicavasi allora all’aperto, all’ombra d’un albero, quasi invocando testimoni e mallevadori e giudici e il cielo e la terra. Ed erano spediti i giudizii, perchè prezioso il tempo a’ litiganti, i quali avevano fede nel giudice; e, le leggi essendo nelle antiche consuetudini della nazione, ognun le sapeva, senza aiuto venale d’avvocati imbroglioni. Or vedendo il suocero la maniera tenuta da Mosè con il popolo, disse: «Ma perchè sedere voi solo giudice, e che il popolo se ne stia aspettando dall’alba alla sera». Mosè rispose: «Il popolo viene a me quando insorge differenza tra loro, perchè io son giudice, e giudico secondo i comandamenti di Dio e le sue leggi». E Ietro a lui: «Non mi pare che sia ben fatto così. Ci patite senza pro e voi e tutta la gente.
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