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      Ascese Mosè il sacro monte: e gli parlò l’Angelo in nome del Signore, e gli disse: «Queste cose annunzierai alla famiglia d’Israello: Avete veduto quel ch’io feci agli Egizi dispregiatori di voi; ch’io v’ho portati quasi sopra ale d’aquila, e levati a me. Se dunque osserverete il mio patto, sarete il popolo diletto a me». Mosè venne, e adunò i capi delle famiglie ed espose le parole del Signore; e il popolo tutto promise di accettare la legge di Dio per sua legge. Allora Dio impose a Mosè che ordinasse a tutto il popolo di prepararsi, per tre dì, con opere buone, con la mondezza sì delle membra e sì de’ pensieri; e che poi riceverebbero la sua legge. Il terzo dì, sullo chiarire del cielo, ecco tuoni scoppiano di su al monte, e lampi guizzanti, e una nuvola densa investì la montagna; e dalla nuvola, solcata da’ lampi, uscivano confusi ai tuoni, suoni di trombe acuti e forti, gradatamente crescenti. Onde il popolo ebbe sgomento. Mosè lo fece stare alle falde. E tutto il monte fumava, e attraverso al fumo appariva nell’alto un’ampia fiamma; ed era terribile quella vista; intanto che dalle altre parti il cielo era puro e quieto, e gli alberi si rallegravano nella luce novella. E dal monte gli squilli della tromba sempre più lunghi discendevano per l’aria e per la campagna: e la fiamma correva e tremolava, come grandi lampane rotate in giro, rompendo le tenebre che si richiudevano dietro a quella come fa l’acqua del mare alla barca che rapida la solcò. E quel buio era qui cenericcio come nuvolo, lì nero come caligine, altrove azzurrino come il sereno della notte stellata; in cima del monte sorgeva la fiamma come d’immensa fornace, e pareva che andasse su su fino al cielo.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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