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      Onde Mosè nel nome di Dio comanda che chieggasi perdono e facciasi ammenda anco di quelle colpe che l’uomo per ignoranza commise, e del non aver adempita qualsiasi parte de’ divini precetti anco per semplice negligenza.
      «Il sacerdote ch’è eletto a purificare il popolo, se con le proprie colpe o pur con le trascuratezze, l’induce a peccato o a pericolo di peccato, offra, per il male fatto, un vitello senza macchia e tinga il dito in quel sangue, e sette volte lo spruzzi verso il velo del santuario, e ne metta da’ lati dell’altare ove egli offre l’incenso». Il qual sangue era imagine del sangue purissimo di Gesù, sacerdote eterno, che si doveva offrire per le debolezze e le ignoranze dell’umanità tutta quanta. Così, se il popolo per ignoranza infrangesse un precetto, offriva simile sacrifizio, un vitello; ma il governante del popolo offriva un capro per le ignoranze sue in quanto cagione di colpa.
      «L’uomo che avrà profferita promessa di fare una cosa, e dimenticatosene, e che poi se ne ricordi, costui si penta, e offra a Dio agnello o capra, o se altro non può, due tortore e due colombe, o un po’ di farina. E il sacerdote ori al Signore per esso». Nè solo per avere perdono facevasi offerte, ma e per rendere grazia, ch’era preghiera più gentile, perchè non la moveva il bisogno.
      La legge mosaica curava la perfezione del cuore: perchè nel cuore è la radice ond’esce nella luce del dì questa pianta del vivere umano; nascosta radice, ma che pur regge il valido tronco, e comunica co’ lontani rami, e fa nascere la bellezza de’ fiori, e conduce a maturanza le frutta.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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