Non lo poteva smentire il suo popolo stesso insofferente di quei rimproveri, da quella sconfitta provocato? Il cenno d’un solo uomo poteva forse impedire a tanta moltitudine già irritata, e tante altre volte indocile, che di nuovo non ascendesse e non affrontasse il nemico? Tra tanti audaci, e che prima e poi, si mostrarono non codardi, non si poteva egli trovare uno che si facesse guidatore o per ambizione, o per vanità, o per devozione al comune onore, o per zelo, com’egli l’avesse inteso, della gloria di Dio scemata da quella rotta in cospetto delle genti infedeli? E non poteva Israello invocare alleanze valide, promettendo che si partirebbe la preda? Come non è sorto in mente a nessuno cotesto pensiero? Donde mai, in popolo così fluttuante di dubbi, tanta fede nella religione propria, ne’ proprii fratelli, nel proprio destino? E chi gliela ispirava cotesta fede, e chi l’ha coronata? E’ egli questo il prestigio d’un uomo tante volte contradetto, e contradicente anch’egli con le dubbiezze sue al cenno di Chi l’aveva inviato? Chi disse a lui che nessuno di quella turba fiorente di vita avrebbe passato il Giordano; nessuno se non due uomini soli, uno de’ quali a quell’ora aveva già quarant’anni? E che tante migliaia più giovani lascerebbero nella sterile solitudine le forti ossa loro? E, se non volgersi alla terra sperata, non potevan eglino tutti, o parte di loro, riprendere la via d’Egitto, e ritornare alla servile infingardaggine, desiderata? Non s’è egli visto moltitudini intere, o una parte di loro, imprecare alla liberazione o prossima o già conseguita, e fare sforzi per ricadere nella condizione di prima?
| |
Dio Israello Giordano Egitto
|