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      O piuttosto, le tradizioni magnifiche del passato erano splendore di luce sempre ardente dall’alto; senonchè i figli de’ figli, seguitando il cammino in un verso contrario e per la china, non vedevano che il riflesso e le ombre qua e là prolungate sul suolo; ma, se si fossero rivolti indietro, ne avrebbero avuti di bel nuovo e gli occhi e l’anima irradiati. La pura credenza al Dio vero in non pochi del popolo s’intorbidava; e il culto mendace delle genti vicine già trovava seguaci. Così quello che, come abbiam detto, poteva e doveva essere cagione di reciproco merito, per l’abusata libertà, si faceva tentazione. Acciocchè i seduttori e i sedotti si ravvedessero, Dio, che serba ne’ suoi tesori il gastigo come grazia risposta, preparava a Israello provvide umiliazioni, e ritraeva da esso il raggio della civile libertà; lasciava cader sopra lui le armi d’un re, d’un re della Mesopotamia, del quale il nome è come se non si sapesse, perchè tutto s’ignora di lui fuorchè questo, dell’essere stato per ott’anni oppressore del popolo d’Israello. Ed era pure misericordia il non permettere che fratelli soggiogassero fratelli; non solo acciocchè il giogo straniero più presto li riscuotesse e stringesse in concordia animosa, ma acciocchè non rimanessero in mezzo a loro gli odii e i rancori, fomite perpetuo d’intestina maledizione. Perchè l’oppressione fraterna è più di tutte intolleranda: e lo stesso benefizio, apportato senza viscere di carità, rende sembianza d’oltraggio.
      Dico che ott’anni durò l’invasione, straniera: ma Dio, pietoso alle preghiere de’ migliori e al ravvedimento dei più, suscitò un salvatore; il salvatore fu il genero appunto di Càleb, Otoniele.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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