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      I più arrabbiati (chè degli arrabbiati ce n’è sempre, tanto più quanto più sentono d’aver il torto), e quelli tra gli Ebrei che vilmente temevano il forestiero, e quelli che per adorare l’idolo del forestiero speravano di ingraziarselo e guadagnare sporcizia di quattrini o fumo d’onori; e quelli che non vogliono novità per poltroneria, per cocciutaggine, per non parere scolari di nessuno; tutta questa gente, chi più accanitamente, chi meno, andarono dal padre di Gedeone, e dissero: «Egli ha atterrato l’altare, atterrato il bosco; e deve morire». Il padre sì per pietà del figliuolo, sì perchè se ne teneva in cuor suo quel giovane avesse fatto opera coraggiosa, e sì perchè la religione de’ padri suoi non gli era in tutto morta ne’ pensieri, rispose il povero vecchio: «Siete voi forse i vendicatori di Baal? Ha dunque di bisogno che voi altri costì combattiate per esso? S’egli è dio, si farà giustizia da sè. Punisca egli quello che gettò l’altare suo a terra». E smessero. Perchè già ne correva tra le genti fama, e il popolo amava sempre più Gedeone. Perchè piacciono al popolo gli uomini generosi che rispettano e fanno rispettare le cose di Dio. Cresceva presto il rumore; come fuoco che, attaccato alle felci, si distende via via, e piglia la selva vicina, e fascia tutta la montagna di fiamma.
      Allora i Madianiti e gli Amaleciti e altri popoli del paese a levante, si raccolsero inviperiti, come se Israello volesse cosa iniqua e il reo fosse lui: e passarono il Giordano, e si accamparono nella valle di Jezraele.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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