Alle due nuore voleva bene Noemi; ma temeva che fosse loro troppa fatica mantenere lei povera vecchia. Diceva: «E se le si rimaritano? Come farò io a vedere le mogli de’ figliuoli miei con altr’uomo, e io starmene ancora con essi; e mangiare del loro pane, come per carità?». Dunque disse: «Me ne vo’ ire». Le piangeva il cuore a pur pensare di distaccarsi da quelle due donne che avevano fatta così buona compagnia a’ figli suoi, che li avevano pianti tanto: ma bisognava così. Le due nuore dissero: «Vogliamo almeno accompagnarvi, o madre, un tratto di via». Ella gradì e si misero adagio adagio in cammino le tre poverette.
Quando furono a un certo luogo, Noemi, temendo che Orfa e Rut fossero stanche, e sentendo che sempre più amaro sarebbe alla lunga il distacco, si fermò sotto un albero, e disse loro: «Figliuole mie, ritornatevene alla casa di vostra madre; con la mia benedizione ritornatevene, figliuole mie. Faccia il Signore misericordia con voi, così come voi avete fatto co’ miei morti, e meco. Il Signore vi dia grazia di trovar pace nella casa dell’uomo che vi è destinato». E le abbracciava e baciava; e piangeva pensando a’ suoi figliuoli, e a que’ dieci anni di povertà serena e di pace. E ripeteva sempre le medesime parole; e le due giovani donne piangevano singhiozzando sempre più. E dicevano: «Verremo tra il popolo vostro, a vivere con voi madre». E Noemi «Tornatevene, figliuole. Perché venire voi meco? Io non ho casa da darvi; e i figliuoli miei sono morti. Non vogliate, vi prego, mettervi a nuovi patimenti per me; perché più del mio, il vostro patire mi accorrerebbe.
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