». Perchè le giovani avevano sentito spesso le madri parlare di lei; e le donne d’età, nel vederla si rammentavano tante cose del primo tempo che adesso lor pareva più bello. Guardavano Rut; e le facevano festa in grazia del bene che Noemi diceva di lei: e le vecchie, anche più benestanti, le invidiarono una nuora così. Ma Noemi infra la dolcezza di que’ colloqui, era mesta, perchè pensava al marito morto, ai figliuoli morti, a tanti parenti, in dieci anni di lontananza morti; e la sua giovane nuora le rimaneva, unica consolazione.
Quando Noemi venne con Rut Moabitide, nuora sua, dalla terra del suo pellegrinaggio, e che ritornò in Betlemme, era il tempo che si segavano i grani.
LA CARITÀ RISPETTOSA
C’era in Betlemme un parente stretto d’Elimelec, del marito di Noemi; il qual parente aveva nome Booz, uomo ricco e d’autorità nella terra, non tanto perchè ricco, ma buono di cuore. Or disse Rut Moabitide alla sua suocera: «Se comandate, anderò in campagna, e raccatterò le spighe che restassero dietro a’ mietitori; anderò dove trovo un padre di famiglia il quale me lo comporti per la sua carità». E Noemi rispose: «Figliuola mia, andate pure». Così se n’andò: e spigolava, tenendo dietro agli uomini mietitori.
Il campo dov’ella s’era abbattuta per primo, n’era appunto padrone Booz, il padre d’Elimelec. E in quella che la povera donna spigolava, ecco viene da Betlemme esso Booz, e entra nel podere, e dice a’ mietitori: «Il Signore con voi». Risposero quegli: «Il Signore vi benedica». E disse Booz al capoccia: «Di chi è quella ragazza?
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