C’era in Betlemme, luogo della tribù di Giuda, un vecchio d’anni molti, che aveva nome Isai, figliuolo di Obed, il quale Obed era figliuolo di quella buona Rut che s’è detto, nuora della buona Noemi. Questo Isai aveva otto figliuoli; e i tre più grandi, Eliab il maggiore, Abinadab il secondo, il terzo Samma, erano con Saul a campo alla valle del Terebinto. Davide era il più giovanetto. Quando andarono via, venne Davide di campagna ove stava a badare alle pecore di suo padre e li abbracciò e baciò, forse voglioso in cuore d’accompagnarli e se ne tornò alla sua gregge. Intanto Golia filisteo tutti i giorni faceva questa sortita e questa smargiassata e i suoi pigliavano sempre più ardire, e que’ d’Israello sempre più rannicchiavano nella paura, come animale nel covo. Dopo alquanti dì, disse il vecchio Isai a Davide suo figliuolo: «Prendi, Davide, dieci di cotesti pani, e va presto al campo, e portali a’ tuoi fratelli; e prendi queste dieci forme di cacio, e le porterai al capitano della loro compagnia: e vedrai come stanno i tuoi fratelli; e sentirai con chi e’ sono di compagnia; e mi saprai dire ogni cosa». Era intanto seguita tra Israeliti e Filistei qualche scaramuccia di poco. Davide si levò di buon mattino, e raccomandò la piccola greggia a un guardiano, e se n’andò con la roba, secondo il cenno d’Isai.
E venne al luogo degli accampamenti; e trovò che gli armati d’Israello erano usciti dallo steccato; e che i Filistei dall’altra parte della valle e si allestivano anch’essi.
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