Re Saul volle tosto vedere questo pastore il quale mostrava d’avere più coraggio in corpo che tutti i suoi capitani. Davide venne, e disse franco al re: «Non si perda nessuno d’animo per cotesto. Andrò io, e combatterò il Filisteo». Vedete gentile parola del semplice giovanetto. Non dice al re: Non ti perdere d’animo; non vuole aggiungere alla vergogna di lui altri pungoli dolorosi. Non si perda nessuno d’animo, David dice. Re Saul, nè gli adulatori di lui, non avrebbero trovate di queste delicatezze; perchè la gentilezza vera non viene dall’altezza del grado, ma da affetto di cuore. Re Saul, parte mosso a compassione di quel giovanetto, che era biondo e d’aspetto avvenente, parte per meglio provare l’animo di lui, dice a Davide: «Tu non ce ne puoi, giovanetto, con quel guerriero. Tu se’ quasi fanciullo; e egli è uomo da primi anni cresciuto nell’armi». Allora disse Davide a Saul: «Il servo vostro che qui vedete, signore, badava alla piccola greggia di suo padre (piccola perchè noi siamo poveretti): e talvolta veniva dalla foresta un orso o un leone, e prendeva un montone di mezzo al gregge, e lo strascinava. Allora io correvo dietro alla fiera, e gliene davo con la mia mazza, e glielo strappavo di bocca. Allora la fiera s’avventava su me e io mi cacciavo tra le zampe, e l’afferravo per il collo, e stringevo stretto tanto che non scappasse dalle canne aperto il respiro, e la strangolavo. Il servo vostro ha strangolato e spaccato le mascelle all’orso e al leone: ora Dio farà che noi siamo liberati da questo straniero.
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