DISUBBIDIENZA PIA
Uscito dal paese di Get, si ricoverò Davide nella grotta d’Odolla. E fra i timori e le angustie della misera fuga, pensava al suo Gionata, pensava alla moglie; ma non dimenticava la vecchia madre e tutta la semplice sua dolce famiglia e il vecchio padre. Oh quante volte avrà Davide sospirato quel tempo che, pastorello povero e libero, senza necessità di nascondersi come un reo e senza tentazione di dire menzogna, i suoi desideri s’erano contenuti in pochi oggetti, ma s’acquetavano in quelli; e intanto i pensieri volavano per l’ampia campagna, e riposavano sulla verdura, e di lì s’innalzavano a’ monti, e de’ monti al cielo, a Dio benedetto! Quante volte avrà rigustato col desiderio il latte tiepido soaveolezzante delle sue pecore, ch’e’ bevve seduto accanto a sua madre, il pane ch’e’ cosse sotto la brace a suo padre Isai; e que’ lunghi dolci discorsi della famiglia che non dicono nulla al cuor dell’estraneo, e quel lungo ridere di tutto il cuore per cose da nulla, e quelle storie de’ vecchi padri raccontate sul focolare la sera, mentre di fuori alla porta s’ammonta, sospinta dal vento, la neve; e i canti imparati, e la cetera pendente dall’affumicata parete! Come nebbia che, densa e grave all’odorato, toglie per poco agli occhi la campagna e il sentiero; così la lieta fortuna aveva per poco annebbiata nel pensiero di Davide l’immagine della sua povera famigliuola: ma venne il dolore a rasserenargli l’affetto. E allora il guerriero desiderò il bacio de’ genitori cadetti, e il colloquio de’ fratelli: tanto più vivamente desiderò, che temeva non cadesse sopra loro la fredda ira del re frodolento.
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