Oh abitanti di Zif, voi parete pur necessarii a certi potenti, come bastone al vecchio cieco. O abitanti di Zif, nell’orecchio vostro taluni pongono il proprio giudizio, e il destino e la gioia e la gloria. Quando finirà mai la vostra razza innumerabile o abitanti di Zif?
Davide lo seppe; e co’ suoi secento era sceso nella solitaria e sassosa costa di Maon. Giuntane al re la novella, andò a quella volta. Era la solitudine di Maon dalla parte opposta a quella onde re Saul veniva, talchè Davide camminava co’ suoi dall’un fianco della montagna, e Saul dall’altra; e l’una schiera beveva de’ ruscelli scendendi a levante, e l’altra di quelli a ponente del poggio. Sapendo ormai il re per l’appunto ove Davide fosse, non aveva che a inviare dall’una e dall’altra strada soldati, i quali fasciassero il monte: onde da qualche lato sboccavano i secento, cadessero nelle mani del re, il quale aveva d’armati numero troppo più grande seco. Davide già disperava di poter fuggire dal rincontro di Saul: e già questi apparecchiava, quasi arco teso, l’ira sua tante volte delusa, come fame di belva.
Quand’ecco gli giunge correndo un messaggio: «Signore, presto! i Filistei sono in armi e irrompono». Saul allora lascia d’inseguire la sua preda, e corre addosso ai Filistei, e li sperde, e li caccia.
Vincere l’odio antico per ricordarsi della patria abbandonare la tanto sospirata vendetta per adempiere un debito sacro, è come fermare a mezzo la china, un masso che precipitava. Coloro che godono attenuare il merito delle azioni buone, come i debitori si argomentano di negare il debito, diranno che il pericolo del suo regno lo mosse a questa vittoria di sè stesso; diranno ch’egli bramava dimostrarsi a Davide e agli amici di lui atto anch’esso a domare il nemico.
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