Da’ robusti petti nemici non rimbalzò mai a vuoto la saetta di Gionata; non ne ritornò mai digiuna la spada di Saul. Saul e Gionata, cari e degni d’amore in vita non li divise la morte più veloci delle aquile, forti più de’ leoni. Oh figlie d’Israello, piangete di Saul che vi vestiva di vermigli panni delicati, e adornava di vezzi d’oro. Come caddero i forti in battaglia! Gionata sulle alture tue giacque morto. Mi duole di te, mio fratello, gentile tanto, degno d’amore sopra ogni più grande amore. Come caddero i forti, e si spersero l’armi possenti di guerra!».
Quando fu Davide riconosciuto per re di Giuda, gli vennero a dire come gli uomini di Jabes in Galaad avessero dato sepoltura pia a Saul e a suoi figli. E chi gliene disse, credeva forse provocare su questa eletta gente lo sdegno del re novello; perchè quel ch’è fatto ad onore de morti, taluni lo prendono come onta de’ vivi. Davide, riconoscente a quelli di Jabes che operarono verso Saul come verso padre diletto, e verso Gionata come fratello; e onorandoli in suo cuore, che in mezzo alla fuga e alla paura comune fosse corsi, come famelici al cibo, al pericolo, per memoria d’un antico benefizio, e per compassione di chi non poteva più rendere loro nel mondo vantaggio nessuno: Davide mandò messaggi agli uomini di Jabes in Galaad, e disse loro: «Benedetti voi dal Signore che avete usata questa carità gentile a Saul, signor vostro, e onoraste le spoglie sue di sepolcro. Certo che Dio vi renderà merito di questa giustizia misericordiosa; ma dell’atto pio vi renderò guiderdone anche Davide».
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