Aveva a un onesto milite tolta la moglie; e fatto morire lui. Natan gli rammentò i beni grandi che gli aveva il Signore fatti, scegliendo un umile pastorello a vincitori di nemici tremendi, a re d’Israello, liberandolo dalle calunnie de’ suoi avversarii, ispirandogli sentimenti e opere generose, dandogli il maggior de’ tesori, dopo la buona coscienza, un amico. E Natan soggiunse: «Se queste son piccole cose, di più grandi ancora te ne aggiungerò». Nel rimprovero e nella minaccia il buon Iddio fa suonare all’anima rea la promessa di beni che vincano i beni ottenuti già quand’ella era innocente. E il profeta, fedele interprete della misericordia, non aggrava colle ire proprie la minaccia, non tace la celeste promessa, acciocchè la speranza ecciti il pentimento, e la gratitudine renda più salutarmente vivo il dolore. Ma poi soggiunse: «Perchè tu facesti a tradimento morire di spada un uomo onesto che per te combatteva, o re, e per la patria; non si leverà la spada da sopra la tua famiglia; avrai nel cospetto di questo sole vergogne, o re, sanguinose. Tu sperasti nascondere il male fatto; nel cospetto d’Israello e del sole sarà la tua pena».
Non fece Davide come il re Saul, che sul capo de’ sacerdoti esercitò vendetta rabbiosa; e che negli estremi di quella vita diventatagli un delirio e un fremito e un’agonia lunga, avrà forse viste le fantasime degli uccisi giganteggiare orribili ne’ suoi sogni, e anche vegliando avrà tra il folto della foresta viste biancheggiare le vesti sacre e le pallide faccie, e nell’ora suprema i sassi di Gélboe gocciolanti di sangue, del sangue dell’antica strage confuso con quello della presente rovina.
| |
Israello Natan Iddio Israello Davide Saul Gélboe
|