Sulla superficie del liquore, che è nella catinella gravita l'altezza di cinquanta miglia d'aria, però qual maraviglia è:se nel vetro C E, dove l'argentovivo non ha inclinazione, ne anco repugnanza per non esservi nulla, entri, e vi s'innalzi fin tanto, che si equilibri colla gravità dell'aria esterna, che lo spigne. L'acqua poi in un vaso simile, ma molto più lungo, salirà quasi sino a diciotto braccia, cioè tanto più dell'argentovivo, quanto l'argentovivo è più grave dell'acqua, per equilibrarsi colla medesima cagione, che spigne l'uno, e l'altro. Confermava il discorso, l'esperienza fatta nel medesimo tempo col vaso A, e colla canna B ne' quali l'argentovivo si fermava sempre nel medesimo orizonte A B segno quasi certo, che la virtù non era dentro; perche più forza averebbe avuto il vaso A E, dove era più roba rarefatta, e attraente, e molto più gagliarda per la rarefazione maggiore, che quella del pochissimo spazio B. Ho poicercato di salvar con questo principio tutte le sorte di repugnanze, che si sentono nelli vari effetti, attribuiti al vacuo, ne vi ho fin ora incontrato cosa che non cammini bene. So che a VS sovverranno molte obiezioni, ma spero anche,
che pensando le supirà. La mia intenzione principale poi non è potuta riuscire, cioè di conoscer quando l'aria fosse più grossa, e grave, e quando più sottile, e leggiera, collo strumento E C, perche il livello A B si muta per un altra causa, che io non credeva mai, cioè pel caldo, e freddo, e molto sensibilmente, appunto come se il vaso A E fosse pieno d'aria.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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