Onde essendo rimasi talmente occulti, che non sono stati ne pur veduti giammai, si č creduto, che riuscirą grato agli amatori del vero, l'avere almeno un ragguaglio distinto, e diligente, in che cosa consistano gli scritti lasciati dal Torricelli dopo la sua morte, fino a che in tempo migliore, non giungano alla per fine a poter avergli interi, e compiti, ed in un solo volume, per comun vantaggio, raccolti; lo che si fa ora tanto pił volentieri, quanto che il Torricelli istesso poco avanti di morire, lasciņ detto a chi gli assisteva, che supponendo egli, che l'opere sue non sarebbero potute essere per varie cagioni cosģ presto stampate, si pubblicasse almeno l'indice di esse, il quale egli medesimo, avvengache non di tutte, aveva posto nella Prefazione del suo Trattato delle Proporzioni, che era stato fatto da lui per render pił chiaro il quinto libro d'Euclide, per utilitą, e comodo de' suoi scolari, nel quale per far consapevoli i Lettori, de' giusti motivi, che a comporre questo Trattato l'aveano indotto, prende occasione di parlare d'una gran parte dell'opere sue, in questa guisa.
      Indecorum videbitur maxima Geometrię opera prę manibus habentem, cum elementaribus hisce tyrociniis in medium prodire. Sed jam testatus sum breve hoc opus egestati me dedisse, & meę, & Auditorum meorum, & volentium. Posthac liber de Lineis Novis, non necessitati dabitur, sed genio. Lineę autem novę vocantur, Parabolarum infinitę species; Hyperbolarumque in infinitam distantiam abeuntium; Spiralium plura genera; Cycloidales, Logarithmicę, atque alię lineę, antiquis penitus ignotę. Non deerunt infinitę spatiorum quadraturę, solidorum rotundorum dimensiones, linearum curvarum tangentes, & mensurę; planorum, solidorumque centra gravitatis, & alia id generis.