Il passaggio dall'esser nulla all'esser qualche cosa, suol giudicarsi mutazione infinita.
Osservisi che quando si fa questo argomento contro, e si dice, dunque doverebbe avere velocità infinita, l'avversario intende, velocità infinite volte maggiore di qualche altra minor velocità. Ma io non ho mai detto, che il momento dopo una caduta grande sia infinite volte maggiore, che il momento dopo una caduta più piccola, anzi so che questo non è assolutamente vero.
Rappresentasi con forza d'obbjezzione la difficoltà, che s'incontra nell'immaginarsi, come quei momenti infinite volte multiplicati, possano poi estinguersi in un tempo quasi istantaneo, come è quello nel quale si fa il concorso di due ferri, che si percuotono insieme. A questo risponderò, che par difficile a me ancora, ma non già impossibile. Impossibile mi parrebbe, se ciascuno di quei momenti per estinguersi volesse tempi quanti, e divisibili; ma l'estinzione si và facendo in tempi istantanei, e siccome tutto quell'aggregato di forze era nato in quattro battute di musica, io non sò perch'e' non possa(2) in una sola, ovvero in una mezza, o nella millesima parte di una mezza esser'annichilato.
Mentre cade un grave, ed arriva a percuotere in qualche solido, già s'è detto, ch'e' non è possibile averlo di tal materia, che possa senza ceder punto ricevere il colpo momentaneo. Se ambedue i corpi concorrenti fossero materie cedenti, come piombo, ambedue si acciaccherebbero assai; se uno fosse piombo, e l'altro marmo, il piombo riceverebbe grandissima ammaccatura, ed il marmo poca; se ambedue fossero acciajo, ambedue patirebbero, ma pochissimo.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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