Ogni sorta di materia conviene, e s'accorda in questo, che tutte, o poco, o assai cedono alle percosse. Ma dall'altra parte poi son differenti in questo, che dopo la cedenza, e ammaccatura, alcune si restano ammaccate, alcune ritornano alla lor primiera costituzione.
Quelle che restano ammaccate come piombo, oro, terra molle, e cose simili, sieno pure scagliate con quanto impeto è mai possibile, per un piano, contro una parete a quello eretta, che mai torneranno indietro se non in quanto, o comprimessero qualche poco d'aria fra i pori del contatto, la quale compressa nel dilatarsi poi rispingesse il percuziente, o pure, che anco il piombo, e l'oro avessero qualche poco, benche insensibile, di quella virtù, che dopo l'ammaccatura rispinge la materia compressa al suo luogo di prima. Questo effetto però, quando sia, sarà pochissimo, e tanto più insensibile, quanto più il percuziente sarà materia cedente. Ciò sia detto per le projezioni, che si faranno sul piano ad angoli retti verso la detta parete opposta, ma quando si scagliasse ad angoli obbliqui per una linea inclinata, vedremmo far la reflessione, non per la linea, che fa l'angolo eguale a quello dell'incidenza, ma per una che, o tocca, o pochissimo si discosta dal piano eretto, come più volte ho esperimentato con palle di piombo e di terra. Non è però vero, che la percossa estingua quell'impeto, che è nel mobile, di direzione equidistante alla parete, ma solo smorza quello, che vi è di perpendicolare alla parete; perchè questo nell'urtare trova la contrarietà sua, cioè che gli impedisce il suo viaggio, ma quell'altro no.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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