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      Imperciocchè se il primo non avesse operato cosa alcuna, adunque il secondo colpo si potrebbe chiamare, e considerar per primo: essendo poi il secondo eguale di forza al primo, e ritrovando il resistente nella medesima disposizione per appunto, ne esso ancora opererà cosa alcuna. Così proveremmo che nè il millesimo, nè il milionesimo, potrebbe giammai operare, se non avesse operato anco il primo. Che poi li molti operino, parli questa volta per me l'ingegnosissimo Ovidio. Qual cosa, dice egli, è più dura de' sassi, o men dura dell'acqua?
      Dura tamen molli saxa cavantur aqua.
      Il ferro non è egli materia durissima? Nulla dimeno.
      Ferreus assiduo consumitur annulus usu.
      Rammentatevi fra l'anticaglie di Roma, o le porte di Agrippa, o le statue del Vaticano. Si vedono pure benché di bronzo durissimo consumate dal solo accostamento delle mani del popolo curioso, e devoto. Io quanto a me credo poi, che molto maggiore effetto avrebbero fatto in quei metalli, se non fossero stati toccamenti di mano, ma percosse di qualche grave.
      Gli oppugnatori degli infiniti Indivisibili hanno abbondanti materia di contradire. Imperocche avendo un grave velocitato, maggior forza dopo la caduta da dieci braccia d'altezza, che dopo quella di due, seguirebbe che gli infiniti momenti di quella fossero, o più di numero, o maggiori di forza, che quelli di questa. Di forza no, perchè essendo dell'istesso grave, son tutti eguali; dunque saranno più di numero; e così un infinito sarebbe maggiore d'un altro.
      Qui bisogna che io rimetta questa causa al foro del meraviglioso Fra Buonaventura Cavalieri, appresso al quale non solo non è assurdo, che un infinito sia maggiore d'un altro, ma è necessario.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





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