Ma passiamo ad altri argomenti.
Che di tutti i contrari uno solo sia positivamente vero, e l'altro una piccola negazione, non è opinione nuova, ed anco non è falsa. Certo è, che ella si prova, quando si concedono questi due principj, il primo è, che non debbono moltiplicarsi gli enti senza necessità; il secondo, che indarno si fa con più cose, ciò che può farsi con meno egualmente bene. Perche dunque porre una nuova qualità, cioè il freddo, se la sola privazione del calore adempisce tutti gli offizi che posson giammai assegnarsi alla posizione della freddezza? A che serve il raddoppiare, per dir così, le qualità dell'umido, e del secco; della luce, e delle tenebre; della gravità, e della leggerezza, se la natura colla sola posizione d'una di queste contrarietà, conseguisce immediatamente la sua contraria?
Comunque ciò sia, spero d'aver ancora tanto da poter in qualche modo provare, che di queste due cose Gravità, e Leggerezza, una sola sia assolutamente, e positivamente vera, e l'altra una semplice privazione di quella, ed un vocabolo immaginario. Se la natura avesse impresso nella terra l'istinto dell'andare in giù, e di aderire al centro, ma nel fuoco il desiderio di sollevarsi in su verso la circonferenza, verrebbero senza dubbio gli elementi, ad aver dentro di se principio intrinseco di separazione, e disunione. Se con isforzo continuo s'affaticano per separarsi la terra, e l'acqua, dall'aria, ed il fuoco dalla medesima aria, bisognerà pur ricorrere per isfuggire il pericolo della discontinua continuazione del mondo (assurdo orribile) converrà dico ricorrere alla forza del vacuo, o d'altro tale, acciò si mantenga la connessione della natura, e l'unione degli elementi.
| |
Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
|
|
Gravità Leggerezza
|