Ma perchè ricorrere al vacuo? (il quale, per mio credere, non ha forza alcuna, e si da senza veruna repugnanza e piccolo, e grande) se la natura con un solo, e semplicissimo decreto, poteva rimediare al pericolo di tanto inconveniente. Facciansi tutte le cose gravi, ovvero tutte leggieri, che così necessariamente ne seguirà la perpetua continuazione degli elementi, senza introdurre la necessità d'altra sorta di legame.
Fin quì s'è veduto, che la filosofia antica, a similitudine delle Nereidi, dichiarò per gravi quelle cose, che tali forse non sono, ma tali però appariscono al senso. Che poi la terra, e l'acqua sieno assolutamente gravi, si è veduto ciò non seguitare in virtù della definizione. Nella Mattematica quale sarà la definizione, tali bisognerà che sieno le cose definite. Nella Fisica ancorche si definisca per grave ciò, che discende, non però ciò, che discende necessariamente sarà grave. La Natura non muta leggi, mentre gli uomini formano i decreti. Che nell'aria sieno le due virtù di gravità, e di leggerezza, ciò si è veduto impossibile, non potendo quelle esser ne eguali, ne diseguali. Che degli elementi alcuni sieno gravi, ed alcuni leggieri, si è veduto esser opinione, la quale ha in se altrettanto di ambiguità, quanto ha sempre avuto di seguito, e d'applauso: però da noi si è posta da parte, come perniciosa alla continuazione degli elementi, e produttrice di assurdi nella natura.
Restano gli altri due concetti, che ogni cosa sia grave, ovvero ogni cosa sia leggiera.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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Nereidi Mattematica Fisica Natura
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