Questo principio altro non è, che quel notissimo, e vulgatissimo della condensazione, e rarefazione dell'aria. Con questo preso opportunamente, e non a rovescio, come da alcuno è stato fatto, proccureremo di soddisfare alla produzione di qualsivoglia sorta di vento. Se un grandissimo Tempio fusse pieno tutto d'acqua fino alla sua più alta sommità, che farebbe? la risposta è pronta. Se le porte fussero aperte, l'acqua per esse se n'uscirebbe con grandissimo impeto, e per le finestre più sublimi succederebbe nel Tempio altrettant'aria per l'appunto quant'acqua per le porte se ne partisse; e se il Tempio avesse un'occulta virtù di convertire subito in acqua quell'aria succeduta, il profluvio delle porte sarebbe continuo, e non finirebbe mai, fin tanto che durasse la supposta metamorfosi dell'aria in acqua. Quello, che abbiamo esemplificato in due elementi diversi, considerisi ora in un elemento solo non tramutato di spezie, ma alterato nella qualità. L'Augustissimo Tempio di Santa Maria del Fiore qualche volta, ma molto più spesso la maggior Basilica di Roma, hanno questa proprietà, di esalare ne' giorni più caldi della State un vento assai fresco, fuor delle proprie porte, in tempo per l'appunto quando l'aria si trova tranquillissima, e senza vento alcuno, la ragione è questa: perchè l'aria dentro la vasta fabbrica racchiusa, qualunque sia la ragione, si trova più fresca dell'esterna infiammata da tanti raggi, e reflessi del Sole, però se più fresca, è anco più densa; adunque sarà anco più grave.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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