Osservisi che quando da una parte compariscono i lampi, e s'odono i tuoni, sempre da quella parte anco prima della pioggia, viene il vento, o sia da Levante, o da Ponente, o da qualunque altro cardine del mondo. Imperocchè dove comparisce l'apparato della tempesta, certo è, che l'aria si trova più, che gelata, e però densa, e grave. Ma nel medesimo tempo quella de' paesi circostanti è caldissima, e però rara, e leggiera, onde ne segue necessariamente quella circolazione da noi considerata: favoriscono questo pensiero ancora l'aure, che quasi sempre sulla spiaggia marittima in tempo di state si sentono venir dalla marina; la ragione è perchè ritrovandosi in quel tempo l'aria sopra il mare assai più fresca, e però anco più grave, che quella della terra, si cagiona la predetta circolazione: favoriscono il medesimo pensiero i Zeffiri, l'Etesie, e altri venti spontanei, ed estivi, i quali certamente da pioggie non si cagionano, e sono maggiori assai di quel, che dovrebbero essere, acciò potessero dirsi, o da rugiade, o da altre mediocri umidità generati: favoriscono finalmente il medesimo pensiero, quei venti precipitosi, ed insoliti, che in questi giorni, per l'appunto turbano il Cielo, e la terra. Non mi par credibile, che tanta affluenza d'aria velocitata, ci si cagioni da piogge Affricane. E ben credibile, che essendosi, o per pioggie, o per altro accidente, rinfrescata l'aria verso i paesi di Ponente, e di mezzo giorno, la medesima si sia ancora condensata, e aggravata più del dovere, onde poi ne segua la già detta circolazione, della quale ne sentiamo l'effetto.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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