Questa io per me credo, che sia la vera gloria, alla quale ciascuno dovrebbe infaticabilmente proccurar di pervenire in vita, senza punto curarsi di quella, che sia per rimanere dopo la morte. Ma quando poi si tratta di persone lontane, e non conosciute, si può piuttosto dire esser famoso il nome, che la persona.
Chi è stato quello, il quale in questo secolo avventuroso fin quì, per merito di saper molto, e per iscoprimento d'invenzioni grandi, abbia acquistato nell'Europa industriosa maggior fama, che il famosissimo Galileo? Niuno. Abbiamo ancor relazioni, che con maggior applauso di gloria si sentiva il celebratissimo nome di Galileo Galilei, nelle città oltramontane, ed in particolare d'Olanda, che in quelle della sua nutrice Toscana, e delle Provincie circonvicine. Ora se vogliamo conoscere quanto sia giovevole la fama de i viventi, ma incogniti, non vi dispiaccia investigarlo con una curiosa astrazione. Partasi il sapientissimo vecchio dalle Ville d'Arcetri, e comparisca improvviso nel popolato Amsterdam. Non occorre già aspettare, che alle porte della Città, o per le vie pubbliche, gli sia fatto un minimo segno d'onore, ne con invito cortese, ne con un guardo d'ammirazione, ne con un saluto, o altr'atto di civiltà, in testimonio d'onoranza.
Fin quì non è maraviglia, si tratta d'una Città, che è ripiena di varie Nazioni, e di negozianti occupati. Conduchiamolo alle porte dell'Accademia, dove si stà trattando dell'Arte importantissima del navigare. Si sa con quanti offici, e con quante promesse quei dotti Settentrionali, abbiano proccurato dall'acutissimo Mattematico le sue invenzioni, circa la Marinaresca, ed in particolare sopra le Longitudini.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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