Roma tra le cui mura si congregarono alla fine tutte le maraviglie dell'universo, quante volte Uditori, dalle nazioni lontane, è stata presa, e saccheggiata? Creda pure alcuno, che ciò seguisse per altri fini, io per me credo, che l'unica intenzione de' Popoli espugnatori, fusse l'impadronirsi di quegli adornamenti, che rendevano una tal Città la più bella, e la più invidiabile, che giammai fosse stata nella memoria de' secoli decorsi. Io so certo, che gli eserciti espugnatori di Roma, non la presero per ritenerla, imperocche alcuni la trovarono in istato di forze tanto afflitte, che potevan anco sperare, se avessero voluto, di dominarla. Nondimeno si legge, che dopo presa, e depredata l'abbandonavano, dando manifestamente ad intendere, che niun altro fine gli aveva mossi a soggiogare una tanta Città, fuorche il desiderio d'impadronirsi delle preziose spoglie ond'ella era adornata. Pare incredibile la quantità quasi innumerabile di statue superbissime, che gli Autori scrivono essersi ritrovate in Roma, nel tempo, che ella a guisa di trionfante Regina, a tutta la terra debellata comandava. Ogni Tempio, ogni piazza, ogni strada n'era piena: piene n'eran le Case, i portici, le ville, i teatri, le terme; a segno tale, che non sapevano qual fusse maggiore, o il numero degli uomini viventi, o la moltitudine de' simulacri effigiati. Ora per lo contrario dopo essersi dissipate le più preziose, per la terra tutta, quella Città, che fu già una galleria universale del Mondo, si è ridotta a mendicare fino i frammenti, che di sotterra si cavano, o dall'alveo del Tevere, o dal fondo de' pozzi, o dalle cave de' fondamenti.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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