Q. Fabio in giusta distanza lo va seguitando, ed ogni volta se gli trincera avanti agli occhi, togliendogli totalmente la speranza, e del combattere, e dell'approssimarsi alla Cittą. Si parte Annibale qualche volta maliziosamente dagli alloggiamenti propri, e raggirando intorno intorno a qualche colle, o a qualche selva, torna poi correndo colą donde si era partito, sperando di cavar fuori Q. Fabio dalle fortificazioni; ma tutto indarno. Se ne passa Annibale a Samnio, e poi a Benevento, quindi a Telesia. Q. Fabio sulla cima de' colli, gli cammina al pari, e subito, che porta l'occasione il fermarsi, benche per pochissimo tempo, si fortifica al solito negli alloggiamenti. Annibale discende sul Volturno, ecco a fronte di lui Q. Fabio si trinciera sul monte Massico: il medesimo avviene sul monte Callicola, e poi nel Castel Casilino. Annibale si volta verso la via Appia, che conduce a Roma; Q. Fabio sulla medesima strada si fortifica, pigliando un posto sovra un colle assai erto, e scosceso. Annibale, per farlo diloggiare trova quel suo famoso strattagemma, che oramai da ciascuno si sa; lega sulle corna a due mila tori gran fasci di sermenti, e fascine; e poi dandogli fuoco sul mezzo della notte, indirizza verso il posto de' Romani quelle bestie infuriate, con un incendio per ciascuna sul capo. Conobbe Q. Fabio, che quelli non eran soldati, che avessero occupato il monte, ma una invenzion militare, per farlo uscir da' quartieri, e poi disfarlo: perņ stette saldo ne posti fortificati, e sicuri.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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