Ma chi crederebbe giammai Uditori, le mostruose invenzioni dell'arte, nel condimento de' cibi, e nella sozza mistura delle vivande? Non piacciono più al lusso delle gole erudite, i parti della Natura, ma i mostri. Quindi è, che non si apprezzano più nelle cose i sapori nativi, se non mutati, o confusi. Non dilettano le carni de' più delicati animali, se non vengono alterate da' sughi spiacevoli, de' frutti più aspri, ed inappetibili. Era forse poco aggravio, che le Orientali Molucche infettassero con tanta merce di fuocosi aromati ogni cibo dell'Europa svogliata? Nuova industria, anzi nuova stolidità, confondendo l'ordine de' sentimenti, ministrò al gusto i tributi dell'odorato, ed unite le vivande con i profumi, tramutò in cibo i più preziosi di tutti quanti gli odori. La brevità del tempo non mi permette il seguitar quelli, che discesi nelle viscere della madre comune, cercano le ricchezze superflue nella regione de' morti, dove trovano spesso, prima la sepoltura, che i tesori.
Ma parve poco all'insaziabilità del lusso, l'invenzione dell'oro, e dell'argento: si reputava povero Nisi haberet etiam quod posset totum statim perire. Però nuova industria sagace, con mistura di marmo polverizzato, e di erba incenerita, formò vasi trasparenti. Quibus pretium faceret ipsa fragilitas.
Altri nel profondo del mare cercano al lusso le superfluità, o tra i calcoli dell'arena, o nel seno delle conchiglie. Altri mossi dall'avarizia, e scorti dalla temerità, per comprar merci straniere, spendono fra le tempeste la vita, e cambiano la sicurezza co' naufragi.
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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze 1715
pagine 166 |
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