La quale avvegnachè falsata dall'iniquo Ruggiero, tuttavolta aveva nelle sembianze tanta giustizia, da non far riputare stemperata punizione la morte di Ugolino.
So che alcuni profondono molto culto alla Cavalleria germanica, come quella che rendeva gli uomini capaci di molta virtù nella guerra; i fatti de' quali pel singolare accordo che recavano di cortesia e fortezza, e per la meraviglia che destavano, furono generatori di una novella Poesia. Ma da che quella sete di gloria? quell'andare in procaccio di pericoli, che superati per virtù del cuore e del braccio, rendevano un cavaliere la maraviglia del popolo? Non da altro che dall'amore donnesco, essendo la virtù militare, come più contrapposta alla mitezza muliebre, la più grata mercede a comperare un cuore di donna. Le corti di amore, i tornei ed altre di queste istituzioni germaniche esprimono chiaramente la idea che fecondava il cuore della Cavalleria a generoso sentire; vale a dire, una idea che nasceva e moriva nel personale individuo, e non raggiungeva la magnificenza dell'individuo sociale. Infatti ove non erano guerre a combattere, i cavalieri si chiudevano tra gli steccati di un campo, combattevano tra loro, spesso morivano pel benigno riguardo di una femmina che volevano possedere. Era dunque la virtù militare un bisogno prodotto dalla natura dell'individuo, ossia dall'amore donnesco, che è l'amore di noi stessi da conservarci nella specie. Perciò era una virtù plastica, che sempre racchiudeva il vizio della materia.
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